Diventiamo tutti ricercatori e combattiamo le zanzare… con la citizen science!

di Corrado Minetti
– Biologia

Crediti: Pixabay

Vi piacerebbe contribuire alla ricerca scientifica passeggiando in un parco, facendo fotografie con lo smartphone, o restando seduti comodamente al vostro pc? Allora partecipate a un progetto di citizen science!

Negli ultimi anni queste iniziative sono diventate sempre più frequenti, favorite anche dal progresso tecnologico e da un uso sempre più massiccio di Internet e degli smartphone. Dall’astronomia alla conservazione della biodiversità, dalla medicina all’informatica, sono sempre di più i progetti in cui i cittadini possono partecipare attivamente alla ricerca. Con grandi vantaggi per loro stessi, gli scienziati e il rapporto tra ricerca e società. Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo di citizen science?

Scienza per tutti, con l’aiuto di tutti

Il termine citizen science può essere letteralmente tradotto in l’italiano come “scienza dei cittadini”. La parola è comparsa per la prima volta nel 2004 nell’Oxford English Dictionary, che la definisce “La raccolta e l’analisi di dati del mondo naturale da parte dei membri del pubblico generale, tipicamente come parte di un progetto di collaborazione con scienziati professionisti”.

La traduzione in “scienza partecipata” è forse più preferibile, dato che ne rappresenta meglio tanto il metodo quanto il fine. Infatti i cittadini non esperti, raccogliendo dati per gli scienziati o aiutando ad analizzarli, prendono parte attivamente al processo della ricerca partecipando all’impresa scientifica. I progetti di citizen science, oltre a beneficiare direttamente la comunità scientifica, acquisiscono quindi un valore enorme nell’educazione e nella divulgazione della scienza proprio attraverso questa dimensione di partecipazione. Qui non si tratta solo di spiegare come opera la scienza, ma di farla vivere in prima persona ai cittadini facendoli sentire parte del processo. Di conseguenza queste attività rappresentano una delle massime espressioni del public engagement, un approccio ben noto a comunicatori e divulgatori.

I progetti di citizen science sono numerosi e variegati, così come lo sono le modalità con cui i cittadini vi partecipano. Esiste persino una piattaforma online, Zooniverse, su cui gli scienziati possono sviluppare progetti e promuoverli.

La citizen science dichiara guerra alle zanzare

Al di là della ricerca di base, i progetti di citizen science possono contribuire anche alla salute pubblica. Uno degli ambiti di applicazione più interessanti in questo senso è il monitoraggio delle zanzare invasive.

Negli ultimi decenni, grazie alla globalizzazione e al cambiamento climatico, alcune zanzare originarie dell’Asia hanno colonizzato stabilmente diverse aree dell’Europa meridionale compresa l’Italia. La più famosa e diffusa è sicuramente la zanzara tigre (Aedes albopictus), ma negli ultimi anni si sono aggiunte anche due specie “cugine”: la zanzara giapponese (Aedes japonicus) e quella coreana (Aedes koreicus). Questi insetti possono trasmettere all’uomo virus importanti tra cui Chikungunya, Zika e Dengue. Proprio la zanzara tigre è stata molto probabilmente responsabile del primo caso di trasmissione locale del virus Dengue riportato lo scorso Agosto in Veneto.

Una femmina di zanzara tigre (Aedes albopictus). Crediti: James Gathany, USCDCP (CC0)

Individuare le aree dove queste zanzare sono presenti è quindi molto importante, sia per valutare il rischio di trasmissione delle infezioni sia per prevenirle attraverso il controllo dei vettori. Tuttavia il monitoraggio delle zanzare è un’attività piuttosto costosa, soprattutto se deve essere fatta su vasta scala e in modo continuativo. Un ulteriore problema è dato dal comportamento di ovideposizione della zanzara tigre e specie simili. Questi insetti infatti depongono le uova in una varietà di ambienti dove si accumula temporaneamente l’acqua piovana, inclusi pneumatici usati, lattine abbandonate e sottovasi. Scovare questi luoghi può essere molto complicato data la loro numerosità. Come fare quindi? Magari chiedendo ai cittadini di mettere i loro smartphones al servizio della causa!

Mosquito Alert è un progetto di citizen science, nato in Spagna nel 2014, ideato per monitorare e mappare la distribuzione della zanzara tigre e specie simili attraverso l’uso di una app per smartphone. Ecco come funziona. Una volta scaricata l’app, possiamo andare a zonzo e se troviamo una zanzara (o un luogo sospetto che potrebbe essere usato per deporre le uova) la fotografiamo. L’app invia l’immagine a un team di entomologi esperti, che verificano la qualità dell’immagine e confermano l’identità dell’insetto. Grazie al sistema GPS dello smartphone, il luogo in cui è stata scattata la fotografia viene registrato consentendo di mappare tutte le osservazioni. Oltre a segnalare l’arrivo di una specie invasiva in luoghi dove si pensava fosse assente (o che per questioni logistiche non sono mai stati campionati), i dati possono essere utilizzati dalle autorità sanitarie per dirigere interventi di controllo delle zanzare.

Mosquito Alert non è l’unico progetto di citizen science dedicato a questi insetti. In Australia per esempio troviamo Mozzie Monitors. Oltre a poter fotografare le zanzare, chi decide di partecipare può farsi inviare una trappola per catturarle in giardino.